Come costruire un confronto aperto, senza giudizi, per educare all’uso consapevole degli schermi
“Gliel’ho spiegato mille volte, ma non mi ascolta.”
“Appena provo a dirgli qualcosa sul telefono, sbuffa e cambia discorso.”
“È come se la tecnologia fosse un argomento tabù.”
Parlare con i propri figli del loro rapporto con gli schermi può sembrare difficile. A volte si ha la sensazione di non essere capiti, di risultare moralisti, o peggio, di generare un muro.

Ma il dialogo non è un’opzione: è lo strumento principale per costruire consapevolezza, fiducia e autonomia.
E come ogni dialogo che funziona davvero, deve nascere da un ascolto sincero.
Il silenzio non protegge, confonde
Molti genitori evitano l’argomento per non scatenare litigi. Ma se non si parla apertamente di tecnologia, i bambini e i ragazzi imparano altrove: da amici, video online, modelli casuali.
E quando arriva un divieto improvviso o una regola inaspettata, il rischio è alimentare frustrazione e chiusura, non comprensione.
Aprire il dialogo significa offrire un luogo sicuro in cui confrontarsi, anche su ciò che piace, affascina o crea dipendenza.
Il dialogo non è un monologo
Parlare non significa solo spiegare perché certi contenuti fanno male o perché è importante staccarsi dallo schermo.
Significa anche:
- chiedere: “Cosa ti piace di quel gioco?”, “Come ti senti quando stai molto davanti allo schermo?”
- ascoltare: senza interrompere, senza correggere subito
- condividere: raccontare il proprio rapporto con la tecnologia, anche le difficoltà
- accogliere: comprendere che, per loro, lo schermo è anche piacere, rifugio, abitudine
Quando un figlio si sente ascoltato e rispettato, sarà più aperto a riflettere e a collaborare.
Fiducia, non controllo
I bambini hanno bisogno di regole, ma anche di sentirsi parte delle decisioni.
Il controllo rigido genera spesso ribellione o bugie. La fiducia, invece, costruisce responsabilità.
Parlare di tecnologia con i figli è anche l’occasione per:
- definire insieme alcune regole (tempi, contenuti, momenti)
- rivederle periodicamente, in base all’età e alla maturità
- ammettere gli errori reciproci, senza colpevolizzazioni
- affrontare insieme temi complessi (social, videogiochi, privacy, sicurezza online)
Creare uno spazio ricorrente di confronto
Il dialogo non deve essere una lezione o un confronto solo nei momenti critici. Può diventare un appuntamento regolare e informale, come durante la cena, una passeggiata, prima di dormire.
Un momento per parlare di ciò che si è visto, giocato o scoperto online. Senza giudizi, ma con curiosità.
Perché più la tecnologia diventa parte della vita quotidiana, più deve entrare nel dialogo familiare, con lo stesso spazio che si dà alla scuola, agli amici o alle emozioni.
Non è vietando che si costruisce la responsabilità. È coinvolgendo, spiegando, ascoltando, restando presenti anche quando sarebbe più facile alzare le spalle.
Nel prossimo articolo esploreremo come costruire un vero e proprio patto educativo familiare sulla tecnologia, coinvolgendo tutti i membri della famiglia per trovare equilibrio, coerenza e partecipazione.