Condividere o non condividere? Immagini dei figli online e responsabilità genitoriale

Una scelta quotidiana che parla di rispetto, sicurezza e futuro

“È così carino, non ho resistito a postare la foto.”
“Ho sempre condiviso le sue tappe di crescita, è come un diario per amici e parenti.”
“Mi ha detto: ‘Non voglio che metti quella foto’, e ci sono rimasto male.” Pubblicare immagini dei figli online può suscitare molte emozioni contrastanti.

Condividere foto e video dei propri figli è diventato, per molti genitori, un gesto naturale e affettuoso. Stiamo parlando del cosiddetto “sharenting
Un modo per raccontare la crescita, celebrare i traguardi, coinvolgere amici e familiari.

Ma è anche, sempre di più, un atto educativo e identitario, che ha conseguenze nel presente e nel futuro.

Genitori che condividono immagini dei figli online, concetto di privacy
Credits: @EyeEm/Freepik

Condividere un’immagine non è solo un gesto tecnico, ma una narrazione pubblica di chi è (e sarà) nostro figlio.

Perché ci piace condividere?

  • Per orgoglio e amore.
  • Per sentirci parte di una comunità.
  • Per ricevere approvazione e affetto.
  • Per custodire ricordi e tappe importanti.

Motivazioni comprensibili. Ma che, nel tempo, possono trasformarsi in una narrazione che sfugge di mano, soprattutto se il bambino non è coinvolto, o non ha voce nel processo.

Quali rischi comporta?

1. Perdita di controllo

Una volta pubblicata, l’immagine può:

  • essere salvata, modificata, inoltrata,
  • finire su siti o canali non adatti,
  • circolare senza che il bambino (e i genitori) ne siano più consapevoli.

2. Diritto alla riservatezza e all’immagine

Anche i bambini hanno il diritto alla protezione della loro identità, riconosciuto dalla legge.
Pubblicare senza il loro consenso (anche implicito, in base all’età) può violare la loro privacy.

3. Impatto sull’autostima e sull’identità futura

Crescendo, alcuni bambini:

  • non si riconoscono nelle immagini condivise,
  • provano imbarazzo o disagio,
  • sentono di non avere avuto controllo su come sono stati mostrati al mondo.

4. Creazione di un’immagine pubblica non scelta

Il bambino rischia di ereditare un’immagine online costruita da altri, che potrebbe non corrispondere alla sua evoluzione personale.

Come condividere in modo più consapevole?

1. Riflettere prima di pubblicare

  • Lo farei se lui/lei potesse scegliere?
  • È un momento intimo, privato, potenzialmente imbarazzante?
  • Racconta davvero chi è il bambino, o più chi voglio che sia?

2. Evitare contenuti riconoscibili o sensibili

Attenzione a:

  • nudità, anche parziali (es. al mare),
  • luoghi facilmente identificabili (scuola, casa),
  • dettagli personali (nomi, abitudini, routine).
    Meglio immagini sfocate, di spalle, o solo simboliche.

3. Coinvolgere i bambini nella scelta

Fin dai 4–5 anni possono dire:

  • “Ti piace questa foto?”
  • “Vuoi che la mandiamo ai nonni o la teniamo per noi?”
    Così apprendono il valore della propria immagine e il diritto a proteggerla.

4. Usare canali privati e sicuri

Meglio condividere in modo selettivo (es. album protetti, app familiari) piuttosto che pubblicamente.
La sicurezza digitale passa anche dalle piattaforme che scegliamo.

5. Dare il buon esempio

Se vogliamo che i nostri figli siano attenti alla loro privacy, mostriamoci attenti alla nostra e alla loro.
Le regole valgono per tutti, anche per i grandi.

Condividere può essere un gesto d’amore, se accompagnato da rispetto

Non si tratta di smettere di raccontare la crescita dei figli.
Ma di trasformare questo racconto in un gesto consapevole, rispettoso, autentico.
Perché un giorno, guardando indietro, i nostri figli possano dire:
“Mi hai mostrato al mondo con amore… ma anche con cura.”

Nel prossimo (e ultimo) articolo di questo ciclo, faremo un passo più ampio: proporremo una riflessione sul futuro. Come educare i bambini di oggi a essere cittadini digitali responsabili, empatici e consapevoli?

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