Gentilezza, pazienza e profondità: educare ai valori che lo schermo dimentica

Come coltivare nei bambini ciò che la cultura digitale tende a ignorare: relazioni autentiche, attese significative e rispetto reciproco

“Vuole tutto subito.”
“Fa fatica ad aspettare, anche solo un minuto.”
“Parla con tono sgarbato, come i personaggi che guarda.”

Viviamo in un tempo che premia la risposta rapida, il pensiero veloce, la battuta brillante.
E la tecnologia – con le sue notifiche istantanee, i video brevi, i like immediati – amplifica questa tendenza, rendendo tutto più “leggero”, ma anche più superficiale.

Credists: Freepik

In questo contesto, valori come la gentilezza, la pazienza, la profondità rischiano di apparire fuori luogo.
Eppure, sono le fondamenta delle relazioni sane, della crescita interiore, della convivenza civile.
Per questo vanno coltivati attivamente, ogni giorno, con gesti, parole e scelte educative consapevoli.

Cosa succede quando mancano?

I bambini esposti a una cultura digitale sbilanciata verso la velocità e la reattività possono sviluppare:

  • intolleranza all’attesa,
  • bassa tolleranza alla frustrazione,
  • linguaggi impersonali o aggressivi,
  • minore empatia verso gli altri,
  • difficoltà nel riconoscere e gestire emozioni profonde.

Non è colpa della tecnologia in sé, ma di un uso quotidiano che non lascia spazio ad altro.
Per questo è fondamentale riequilibrare, riportando nella vita dei bambini il senso del tempo, della relazione e del rispetto.

Tre valori chiave da riattivare (e come farlo)

1. Gentilezza

Nel digitale conta chi ha più visibilità, non chi è più rispettoso.
Ma nella vita reale, la gentilezza è una competenza relazionale che apre porte, costruisce legami, genera fiducia.

Come coltivarla?

  • Mostrando coerenza tra parole e gesti (es. chiedere “per favore”, dire “grazie”).
  • Notando e valorizzando i piccoli atti gentili del bambino (“Hai aspettato il tuo turno, è stato un bel gesto”).
  • Leggendo storie che parlino di rispetto, altruismo, aiuto reciproco.
  • Correggendo i toni aggressivi senza colpevolizzare, ma spiegando l’effetto che hanno sugli altri.

2. Pazienza

Il digitale allena all’immediatezza: un clic, una risposta, un passaggio di livello.
Ma la pazienza è la base dell’apprendimento profondo, della creatività, della relazione autentica.

Come coltivarla?

  • Proponendo giochi che richiedono tempo e attesa (costruzioni, puzzle, giochi a turni).
  • Inserendo nella giornata brevi momenti di attesa consapevole (“Aspettiamo insieme che l’acqua bolla”).
  • Evitando di riempire ogni pausa con uno schermo.
  • Raccontando che anche gli adulti aspettano, sbagliano, riprovano.

3. Profondità

Nell’era dello “scrolla e passa”, abituare i bambini a fermarsi, riflettere, andare oltre l’apparenza è un atto educativo coraggioso.

Come coltivarla?

  • Leggendo storie senza fretta, parlando di ciò che suscitano.
  • Facendo domande aperte: “Cosa pensi che provasse quel personaggio?”
  • Raccontando le emozioni, anche quelle scomode.
  • Mostrando che il silenzio ha valore, e che non tutto deve essere sempre divertente o spettacolare.

Educare è una semina lenta

Non possiamo competere con la velocità della rete.
Ma possiamo piantare semi che crescono nel tempo, senza scorciatoie.
Ogni volta che diamo valore a un gesto gentile, che accogliamo l’attesa, che invitiamo a guardare in profondità, stiamo allenando una competenza invisibile, ma fondamentale per affrontare il futuro con equilibrio e umanità.

Nel prossimo articolo affronteremo un tema strettamente collegato: come riscoprire e trasmettere ai figli il senso del limite, in un mondo digitale che sembra non avere mai fine né confini.

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