Perché lasciare che i bambini giochino senza regole preconfezionate è fondamentale per la loro crescita cognitiva, sociale ed emotiva
“Appena spegniamo il tablet, dice che si annoia.”
“Gioca solo con giochi digitali, non inventa più nulla.”
“Non sa stare da solo: senza uno schermo, si blocca.”
Il gioco non è solo un passatempo.
Per un bambino, giocare è vivere, è pensare, è provare emozioni, è costruire se stesso.
E il gioco più prezioso, soprattutto nei primi anni di vita, è quello libero, non strutturato, senza scopo preciso.

Un gioco fatto di fantasia, oggetti semplici, relazioni, corpo in movimento.
Oggi però, sempre più spesso, questo spazio viene occupato da giochi digitali, video interattivi, app educative.
Strumenti che, se usati in modo eccessivo o inappropriato, tolgono al bambino la possibilità di esplorare, di inventare, di decidere da sé.
Cos’è il gioco libero?
È un’attività spontanea, auto-diretta, non guidata da regole esterne o da uno scopo preciso.
- Può durare 5 minuti o un’ora.
- Può coinvolgere altri bambini o essere solitario.
- Può essere rumoroso o silenzioso, ordinato o caotico.
Ma ha sempre una caratteristica:
nasce dal bambino e risponde a un bisogno interno di esprimersi, scoprire, trasformare.
Perché è così importante?
1. Favorisce lo sviluppo cognitivo
Attraverso il gioco libero, il bambino:
- elabora esperienze,
- esplora cause ed effetti,
- sperimenta soluzioni,
- inventa scenari alternativi.
È un laboratorio spontaneo di apprendimento.
2. Allena la regolazione emotiva
Giocare permette di:
- rappresentare paure, desideri, frustrazioni,
- esprimere emozioni complesse,
- rielaborare conflitti o esperienze vissute.
Il gioco è una forma di pensiero simbolico e terapeutico.
3. Potenzia la creatività e l’autonomia
Nel gioco libero non c’è un percorso predefinito.
Il bambino decide, costruisce, cambia idea, si annoia e poi ricomincia.
È in questo processo che si allena la capacità di adattamento e la flessibilità mentale.
4. Sviluppa le competenze sociali
Nel gioco condiviso, si impara a:
- rispettare l’altro,
- negoziare le regole,
- mettersi nei panni dell’altro.
Il gioco prepara alla vita sociale.
Cosa rischiano i bambini che non giocano liberamente?
- Maggiore dipendenza da stimoli esterni.
- Difficoltà nell’iniziare un’attività da soli.
- Poca tolleranza alla noia.
- Scarsa creatività e problem solving.
- Ridotta capacità di autoregolarsi.
E tutto questo non si risolve offrendo altri giochi digitali “intelligenti”.
Si risolve restituendo tempo, spazio, libertà.
Come possiamo favorire il gioco libero?
1. Ridurre il tempo digitale
Meno tempo davanti allo schermo = più tempo per esplorare.
Anche solo 30 minuti in più al giorno di gioco libero possono fare la differenza.
2. Offrire materiali semplici e versatili
Cartone, stoffe, pentole, pezzi di legno, costruzioni non strutturate…
I materiali poveri stimolano la ricchezza immaginativa.
3. Non intervenire subito
Lasciare che il bambino gestisca da sé conflitti, frustrazione, silenzi.
Il gioco libero richiede anche tempo per avviarsi.
4. Proteggere lo spazio del gioco
Creare zone “libere” da televisione o dispositivi.
Dedicare tempo al gioco come se fosse un’attività importante (perché lo è).
5. Giocare con loro… ma lasciarli anche giocare da soli
La presenza dell’adulto può arricchire, ma non deve sostituire l’autonomia del bambino.
Il gioco è il linguaggio dell’infanzia
Quando un bambino gioca, sta costruendo se stesso.
E se lo schermo gli toglie tempo, spazio e possibilità di farlo, perde una parte fondamentale del suo sviluppo.
Nel prossimo articolo parleremo di un altro rischio legato al tempo digitale: la perdita del contatto con la noia, e di come questa emozione – spesso temuta – sia in realtà una porta d’accesso alla creatività e all’autonomia.