La noia non è un nemico: perché i bambini devono imparare ad annoiarsi

Come riconoscere, coltivare e proteggere il pensiero creativo nei bambini in un mondo digitale che tende all’omologazione

“Disegna solo quello che vede nei video.”
“Vuole fare i lavoretti come li vede online, ma poi si arrabbia se non gli vengono uguali.”
“Dice che non è capace, che gli altri fanno cose più belle.”

Ogni bambino nasce creativo.
La creatività non è un talento speciale, ma una modalità naturale di esplorare, combinare, esprimere.
Si manifesta nei giochi inventati, nelle costruzioni improbabili, nei disegni strani, nei racconti assurdi.

La noia dei bambini in assenza di tecnologia
Credits: Freepik

Ma per svilupparsi ha bisogno di tempo, libertà, errori, lentezza, materiali semplici e adulti che sanno osservare senza dirigere.
Tutto ciò che la tecnologia – se usata in modo passivo, intensivo e imitativo – rischia di soffocare.

Cosa nutre davvero la creatività?

  • L’imprevisto: trovare un uso nuovo per un oggetto comune.
  • La noia: uno spazio vuoto che spinge a inventare.
  • Il fallimento: un’occasione per provare strade nuove.
  • L’autonomia: scegliere da sé come fare, senza copiare.
  • Il gioco libero: non finalizzato, non corretto, non valutato.
  • L’incoraggiamento: non sul risultato, ma sul processo.

La creatività ha bisogno di fiducia, non di modelli da replicare perfettamente.

Cosa accade con l’uso eccessivo di tecnologia?

1. Omologazione dei modelli

Video, tutorial, giochi digitali… propongono forme “giuste” da seguire.
Il bambino impara a imitare, non a inventare.

2. Ansia da risultato

“Deve venire come nel video.”
Ma la creatività è fatta anche di errori, imprecisioni, sorprese.

3. Perdita di iniziativa

Abituato a ricevere stimoli pronti, il bambino fatica a generare idee proprie.

4. Calo della pazienza e della perseveranza

La creatività richiede tempo, tentativi, aggiustamenti.
Chi è abituato al “tutto e subito” si arrende facilmente.

Come possiamo proteggere e coltivare la creatività dei bambini?

1. Offrire materiali aperti e non strutturati

Cartone, mollette, bottoni, fili, stoffe, foglie, conchiglie…
Il materiale semplice lascia spazio all’immaginazione.

2. Accogliere l’imperfezione

Non correggere, non completare, non standardizzare.
Il valore è nel processo, non nel prodotto.

3. Lasciare tempo senza obiettivi

Non tutte le attività devono insegnare qualcosa o avere uno scopo.
L’ozio creativo è un terreno fertile.

4. Evitare il confronto con altri o con modelli digitali

Ogni bambino ha il suo stile.
Confrontarlo continuamente lo blocca.

5. Partecipare… solo se invitati

Se il bambino gioca o crea da solo, non serve intervenire.
Se chiede compagnia, offriamola senza dirigere.

6. Valorizzare l’idea, non solo il risultato

  • “Che bella invenzione!”
  • “Come ti è venuto in mente?”
  • “Raccontami cosa hai costruito.”
    Così, la creatività diventa narrazione e pensiero.

Lasciare spazio per creare è un atto educativo

In un mondo che tende a omologare, coltivare la creatività dei bambini è un gesto rivoluzionario.
Significa dire:
“Non devi essere come gli altri, devi essere pienamente te stesso.”
E questo, nessuno schermo lo potrà mai insegnare.

Nel prossimo articolo parleremo proprio di come il confronto con gli altri – alimentato dai social e da certi contenuti digitali – può generare insicurezze nei bambini, e come proteggerli aiutandoli a sviluppare una sana autostima.

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