L’esempio degli adulti: il primo schermo che i bambini osservano

“Metti via quel tablet!”
“Non puoi stare sempre con quel videogioco!”
“Basta YouTube, ora si spegne!”

Quante volte lo diciamo ai nostri figli… mentre stiamo controllando le mail, leggendo le notizie sul telefono, rispondendo a messaggi o scorrendo sui social?

Credits: Freepik

La verità è semplice e scomoda: i bambini ci osservano molto più di quanto ci ascoltano.
Se vogliamo che crescano con un rapporto sano con la tecnologia, dobbiamo iniziare da noi.

Il potere dell’esempio silenzioso

I bambini imparano osservando. Assorbono tutto: i nostri gesti, le nostre espressioni, le nostre abitudini quotidiane.

Se ci vedono spesso con il cellulare in mano, se interrompiamo un dialogo per controllare una notifica, se usiamo lo schermo come rifugio o sfogo…
… è questo che impareranno.

Anche se diciamo “basta schermi!”, il messaggio che passa è: “Lo schermo è parte della vita, anche degli adulti.”

Siamo il loro modello digitale

In un mondo dove i dispositivi sono ovunque, non possiamo chiedere ai nostri figli di autoregolarsi se noi per primi facciamo fatica.

  • Se usiamo lo smartphone a tavola, sarà difficile convincerli a non farlo.
  • Se controlliamo i messaggi mentre parlano, penseranno che siano meno importanti.
  • Se passiamo ore davanti a una serie, come possiamo pretendere che loro leggano o giochino in autonomia?

L’autorevolezza non nasce dal divieto, ma dalla coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo.

Il nostro tempo digitale influenza il loro

Non si tratta di colpevolizzarsi, ma di prenderne consapevolezza.

Molti bambini sono iperstimolati dalla tecnologia perché:

  • sono imitatori naturali,
  • cercano attenzione,
  • cercano quello che vedono nei grandi.

Se vedono che, nei momenti di noia o tensione, noi ci rifugiamo nel telefono, penseranno che anche loro possano (o debbano) fare lo stesso.

Cosa possiamo fare, concretamente?

Ecco alcune azioni semplici ma efficaci per dare il buon esempio:

  • Creare momenti “screen-free” condivisi: a tavola, prima di dormire, durante una passeggiata.
  • Usare lo smartphone in modo consapevole: niente notifiche costanti, attenzione a quanto tempo ci “ruba” davvero.
  • Coinvolgere i bambini in attività non digitali: cucina, lettura, giardinaggio, giochi da tavolo.
  • Parlare apertamente del nostro uso della tecnologia: “Ora guardo il telefono per lavoro, poi lo spengo.”
  • Spegnere, senza sensi di colpa: mostrare che possiamo vivere anche senza schermo è uno dei regali più grandi che possiamo fare.

Non serve essere perfetti, basta essere presenti

Non dobbiamo eliminare la tecnologia dalla nostra vita, ma usarla con equilibrio e consapevolezza. I bambini non hanno bisogno di genitori digitalmente irreprensibili, ma di adulti che:

  • sanno fermarsi,
  • sanno ascoltare,
  • sanno scegliere.

La qualità della relazione che offriamo offline sarà sempre più forte e più educativa di qualsiasi app o filtro parentale.

Siamo lo specchio che insegna a guardare

Nel rapporto tra bambini e tecnologia, noi siamo il primo schermo da cui imparano.

E se vogliamo che guardino meno lo schermo… dobbiamo prima guardarli di più negli occhi.

Nel prossimo articolo parleremo di regole e routine digitali, esplorando come creare un ambiente coerente e sano senza cadere nel controllo rigido o nel caos totale.

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