Come aiutare bambini e ragazzi a difendersi da esempi sbagliati, senza censure ma con consapevolezza
“Fa sempre le stesse battute volgari, ma mio figlio lo adora.”
“Parla come quel tiktoker… e io non so nemmeno chi sia.”
“Dice che quel gamer è il suo idolo, anche se urla e prende in giro tutti.”
L’universo digitale è popolato da figure carismatiche, visibili, onnipresenti.
Influencer, youtuber, streamer, creator: modelli che entrano ogni giorno nelle stanze dei bambini e degli adolescenti, spesso senza filtri, senza mediazioni, senza adulti presenti.

Non sempre il problema è ciò che fanno in modo evidente.
Il vero rischio è ciò che normalizzano: linguaggi aggressivi, sessualizzazione precoce, cinismo, culto dell’apparenza, disprezzo per l’impegno o per le emozioni autentiche.
Perché questi modelli piacciono tanto?
- Parlano il linguaggio dei ragazzi, diretto, semplice, emotivo.
- Appaiono liberi, ribelli, vincenti, lontani dal mondo degli adulti.
- Trasmettono un senso di appartenenza e riconoscimento: “Se lui può, posso anche io”.
- Offrono intrattenimento immediato e continuo, che distrae dalla noia e dalle difficoltà.
In una fase in cui il bambino o il ragazzo cerca un’identità, questi modelli diventano specchi, ispirazioni o – più spesso – maschere da imitare.
I pericoli più diffusi
- Interiorizzazione di linguaggi e atteggiamenti volgari, cinici o discriminatori.
- Confusione tra notorietà e valore personale.
- Pressione a mostrarsi sempre “forti, divertenti, sopra le righe”.
- Perdita del senso critico: se è famoso, allora ha ragione.
- Esclusione di modelli positivi più silenziosi ma profondi.
Cosa possiamo fare come adulti?
1. Conoscere prima di giudicare
Spesso i genitori non sanno nemmeno chi siano i personaggi seguiti dai figli.
Ma non si può educare senza conoscere.
Informarsi, ascoltare qualche contenuto, capire il linguaggio e il tono è il primo passo.
2. Parlare senza demonizzare
Attaccare direttamente un influencer può rafforzarne il fascino.
Meglio fare domande che aprano al confronto:
- “Cosa ti piace di lui/lei?”
- “Pensi che nella vita reale ci si possa comportare così?”
- “Ti sei mai sentito in difficoltà guardando certi video?”
3. Offrire alternative forti, non moralismi deboli
I ragazzi non cercano per forza “bravi ragazzi” come modelli.
Cercano coerenza, autenticità, energia, passione.
Ci sono creator, atleti, artisti, divulgatori giovani e appassionanti che trasmettono messaggi sani senza essere noiosi.
Valorizzare questi esempi può fare la differenza.
4. Rinforzare il senso critico
Aiutare i bambini e i ragazzi a chiedersi:
- “Perché ha così tanti follower?”
- “È tutto vero quello che mostra?”
- “Che tipo di emozioni mi fa provare?”
- “Lo seguirei anche se non fosse famoso?”
5. Parlare di reputazione e autenticità
Mostrare che non tutto ciò che piace agli altri fa bene a noi, e che il valore personale non si misura in click o visualizzazioni.
Coltivare l’idea che essere sé stessi è più difficile… ma molto più gratificante.
Protezione non è censura, ma accompagnamento
I bambini e i ragazzi non hanno bisogno di essere isolati dal mondo digitale.
Hanno bisogno di non restarci da soli.
E soprattutto, hanno bisogno di adulti che non si limitino a vietare, ma che abbiano il coraggio di parlare e di proporre alternative credibili.
Nel prossimo articolo affronteremo un tema strettamente connesso: come la tecnologia alimenta, spesso in modo invisibile, un modello di consumismo precoce, e quali strategie usare per aiutare i bambini a riconoscerlo e a sviluppare un pensiero più critico e sostenibile.