Favorire l’autoconsapevolezza per costruire un rapporto più sano con gli schermi
“Mamma, mi fa male la testa.”
“Papà, non riesco ad addormentarmi.”
“Non so che fare se non ho il tablet.”
Dietro queste frasi apparentemente innocue si nascondono i primi segnali di un uso eccessivo della tecnologia. Segnali che spesso i bambini non sanno nominare, ma che il corpo, il comportamento e l’emotività manifestano chiaramente.

Uno dei passi più importanti verso un uso equilibrato degli schermi è aiutare i bambini a riconoscere da soli quando si sta andando oltre. Non con rimproveri, ma con ascolto, dialogo e accompagnamento.
I segnali che qualcosa non va
Il corpo e il comportamento parlano prima delle parole. Ecco alcuni segnali ricorrenti:
- Mal di testa o occhi arrossati dopo l’uso del dispositivo
- Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti)
- Irritabilità o nervosismo se si interrompe l’uso
- Difficoltà a concentrarsi anche su attività semplici
- Perdita di interesse per il gioco, lo sport, gli amici
- Aumento del tempo trascorso con lo schermo, anche senza accorgersene
- Bisogno costante di “qualcosa da guardare o fare con lo schermo”
Questi segnali non devono generare allarme, ma essere un’occasione per fermarsi e osservare.
Riconoscere, non colpevolizzare
L’obiettivo non è far sentire in colpa i bambini, ma allenare la loro capacità di ascoltarsi.
Quando iniziano a notare da soli che qualcosa cambia nel loro corpo o nel loro umore dopo un uso prolungato, inizia a formarsi una vera consapevolezza.
Possiamo aiutarli ponendo domande semplici, senza tono accusatorio:
- “Come ti senti dopo aver guardato quel video per tanto tempo?”
- “Hai notato che oggi ti sei arrabbiato più facilmente del solito?”
- “Hai voglia di fare qualcos’altro o ti senti stanco?”
Domande che accendono l’ascolto interiore, senza imporre un giudizio.
Creare strumenti di autovalutazione semplici e visivi
A volte le parole non bastano, soprattutto con i più piccoli. Possiamo aiutarli con:
- Schede settimanali dove disegnare o segnare come si sono sentiti dopo l’uso dello schermo
- Semafori emotivi: verde (mi sento bene), giallo (sto un po’ esagerando), rosso (non mi sento bene)
- Diari delle attività: per rendersi conto di quanto tempo passano davvero davanti agli schermi, e cosa “si sono persi”
Questi strumenti non servono a “monitorare”, ma a dare forma visibile a ciò che il corpo e la mente già sanno.
Educare all’equilibrio, non alla privazione
È importante che i bambini capiscano che non è vietato usare gli schermi, ma che ogni cosa ha il suo tempo e il suo spazio.
Quando imparano a notare da soli i segnali del “troppo”, diventano più responsabili e più sereni.
L’obiettivo non è il controllo esterno, ma l’autoregolazione interna. Un processo che richiede tempo, presenza e fiducia.
Aiutare i bambini a riconoscere i propri limiti è un dono che si porteranno dentro anche da grandi.
Perché il vero cambiamento avviene quando non serve più un adulto a dire “basta”, ma il bambino stesso sa dire: “Adesso ho bisogno di fare qualcos’altro.”
Nel prossimo articolo affronteremo il tema delle ricadute: cosa fare quando si è riusciti a ridurre l’uso eccessivo della tecnologia, ma si torna indietro, e come trasformare questi momenti in un’occasione di crescita.