Un bambino rannicchiato sul divano, con il collo piegato in avanti, le spalle curve e il tablet stretto tra le mani. Potrebbe sembrare una scena innocua, quotidiana. Ma, ripetuta ogni giorno per ore, può trasformarsi in qualcosa di molto più serio: un nuovo modo di abitare il proprio corpo, fatto di rigidità, dolori precoci e perdita di movimento naturale.

Il corpo dei bambini è in piena evoluzione: cresce, si plasma, si adatta. E lo fa sulla base dell’uso che se ne fa. Quando si muove, il corpo si rinforza. Quando resta fermo, si irrigidisce. E gli schermi, troppo spesso, lo tengono immobile.
Posture scorrette: il nuovo standard?
Tablet sulle ginocchia, smartphone tenuto basso, PC con lo schermo troppo vicino: le posture digitali sono spesso sbagliate, e diventano abitudini fin dai primi anni.
Le più comuni?
- Collo flesso in avanti: sovraccarica le vertebre cervicali.
- Spalle chiuse e curve: riduce l’espansione toracica.
- Bacino inclinato all’indietro: influisce sulla colonna lombare.
- Movimento limitato delle mani: pochi gesti complessi, solo tap e swipe.
Col tempo, queste posture possono portare a:
- dolori muscolari e articolari, anche in età scolare;
- alterazioni posturali visibili (ipercifosi, spalle cadenti);
- scarso equilibrio e coordinazione;
- affaticamento precoce durante l’attività fisica.
Sviluppo motorio rallentato: meno movimento, meno abilità
Il gioco fisico – saltare, correre, arrampicarsi, costruire – non è solo svago: è fondamentale per lo sviluppo motorio.
Quando un bambino si muove:
- attiva la propriocezione (la percezione del proprio corpo nello spazio),
- sviluppa forza, coordinazione e agilità,
- allena l’equilibrio e la motricità fine,
- impara a controllare il corpo e a fidarsi di sé.
Al contrario, troppe ore davanti a uno schermo riducono drasticamente le occasioni di movimento, portando a:
- goffaggine nei movimenti,
- difficoltà nei gesti quotidiani (scrivere, tagliare, allacciarsi),
- disinteresse per le attività motorie,
- tendenza all’iperattività “da compensazione”: faticano a stare fermi a scuola, ma non riescono a canalizzare l’energia nel modo giusto.
Evoluzione o involuzione fisica?
Stiamo crescendo bambini tecnologicamente avanzati… ma fisicamente sempre meno pronti ad affrontare le sfide del quotidiano.
Il rischio non è solo quello di muscoli deboli, ma di un corpo che non conosce più le proprie possibilità, che non sa più arrampicarsi su un albero, camminare a lungo, lanciarsi in una corsa spontanea.
Segnali da osservare
- Postura curva, spalle chiuse, mento sporgente.
- Scarso tono muscolare o goffaggine nei movimenti.
- Affaticamento veloce durante l’attività fisica.
- Evitamento del gioco attivo o preferenza per attività sedentarie.
- Dolori muscolari, mal di schiena o piedi piatti.
Cosa può fare un genitore?
- Limitare il tempo di sedentarietà passiva (in particolare davanti agli schermi).
- Favorire il gioco libero e il movimento spontaneo: arrampicarsi, rotolarsi, correre.
- Incoraggiare sport e attività motorie, senza pressioni ma con regolarità.
- Curare l’ambiente domestico: meno divano, più tappeti per giocare a terra, spazio per muoversi.
- Fare movimento insieme: camminare, ballare, giocare. Non solo “farlo fare”.
- Educare alla postura: anche piccoli aggiustamenti quotidiani (altezza dello schermo, seduta corretta, pause attive) fanno la differenza.
Crescere nel corpo per crescere nella vita
Un bambino che si muove è un bambino che esplora, che si conosce, che prende fiducia in sé.
Restituirgli il diritto di muoversi, di sporcarsi, di cadere e rialzarsi, è restituirgli il diritto a un corpo vivo e capace. Un corpo che non è solo “contenitore” della mente, ma suo alleato.
Nel prossimo articolo parleremo di come prevenirne l’abuso e costruire un uso equilibrato, partendo da una domanda fondamentale: è davvero colpa della tecnologia o possiamo cambiare il nostro approccio educativo?