Come proteggere l’identità dei bambini in un mondo di like, filtri e modelli irraggiungibili
“Dice che non è bravo come quel bambino che ha visto su YouTube.”
“Non vuole più farsi foto, dice che non è bello.”
“Parla di follower e visualizzazioni, come se contassero più dei voti a scuola.”
Un tempo il confronto era con il compagno di banco, l’amico del parco, il cugino più grande.
Oggi, il bambino si confronta con migliaia di volti perfetti, vite filtrate, performance straordinarie, che scorrono senza sosta davanti ai suoi occhi.
E più è piccolo, meno strumenti ha per difendersi da tutto questo.

I social, i video, le app per bambini alimentano spesso – anche senza volerlo – una cultura del confronto costante, che mina alle radici la costruzione dell’autostima.
Cos’è l’autostima nei bambini?
È la percezione che hanno di sé in termini di:
- valore personale,
- capacità,
- aspetto fisico,
- capacità di essere accettati.
Si costruisce nei primi anni di vita, attraverso le relazioni, le esperienze, i feedback ricevuti dagli adulti significativi.
Un bambino con buona autostima:
- si sente capace di affrontare le difficoltà,
- sa che può sbagliare senza per questo valere meno,
- riconosce il proprio valore anche al di là dei risultati.
Il confronto digitale mette tutto questo in discussione.
Perché il mondo online può minacciare l’autostima?
1. Perfezione apparente
Video curati, immagini ritoccate, contenuti selezionati…
Il bambino vede il meglio degli altri e lo confronta con tutto se stesso, anche le parti più fragili.
2. Cultura della performance
Valgo se sono il più veloce, il più bello, il più divertente.
Ma non sempre ci si riesce, e il confronto genera frustrazione.
3. Validazione esterna
Like, cuori, visualizzazioni diventano il metro del proprio valore, anche nei più piccoli.
4. Impossibilità di difesa
Il bambino non ha ancora gli strumenti cognitivi per distinguere ciò che è reale da ciò che è costruito.
Finisce per sentirsi inadeguato senza sapere nemmeno perché.
Come aiutare i bambini a costruire un’autostima sana?
1. Rafforzare il senso di valore personale
Far sentire il bambino amato per ciò che è, non solo per ciò che fa.
- “Mi piace stare con te.”
- “Anche quando sbagli, sei importante per me.”
2. Valorizzare l’impegno più del risultato
- “Hai lavorato con impegno.”
- “Mi piace come ti sei concentrato.”
Così il bambino lega il valore a ciò che può controllare: lo sforzo, non il talento.
3. Parlare dei social e dei contenuti in modo critico
- “Secondo te, quella foto è vera o è modificata?”
- “Tutti mostrano solo le cose belle… ma tutti vivono anche momenti difficili.”
Allenare lo sguardo a riconoscere il filtro.
4. Evitare paragoni con altri bambini
Anche i paragoni “positivi” (“sei più bravo di…”) alimentano la competizione.
Ogni bambino ha il diritto di essere riconosciuto nella sua unicità.
5. Coltivare esperienze reali e gratificanti
Sport, arte, gioco, relazioni vere…
Sono occasioni in cui il bambino può sentirsi competente, utile, apprezzato.
Non si tratta di “gonfiare” l’autostima, ma di renderla solida
Un bambino che si conosce e si accetta è più protetto dai giudizi esterni, più libero nel pensiero, più forte nelle relazioni.
Per questo, oggi più che mai, educare all’autostima è una forma di protezione contro i rischi del digitale.
Una protezione silenziosa, ma potentissima.
Nel prossimo articolo parleremo proprio di identità digitale: che cosa significa per un bambino “essere online”, e come aiutarlo a costruire una presenza digitale sana e consapevole, fin dai primi anni.