Perché i bambini hanno bisogno di vuoto, lentezza e ascolto interiore per crescere in modo equilibrato
“Non riesce mai a stare fermo, ha sempre bisogno di qualcosa da fare.”
“Appena ha un attimo libero, vuole uno schermo.”
“Dice che si annoia, ma non sa più stare da solo con se stesso.”
Viviamo in un’epoca in cui ogni attimo può essere riempito, e il silenzio è spesso visto come un vuoto da colmare, non come uno spazio da abitare.
Ma per i bambini – e anche per noi adulti – il silenzio è un’esperienza essenziale di crescita interiore, di ascolto, di elaborazione emotiva.

La tecnologia, con la sua capacità di offrire stimoli continui, suoni, immagini, notifiche, rischia di coprire ogni spazio vuoto.
Eppure, è proprio in quello spazio che nascono l’immaginazione, la riflessione, la consapevolezza di sé.
Perché i bambini hanno bisogno di silenzio?
Il silenzio non è solo assenza di rumore.
È uno spazio mentale ed emotivo in cui:
- si rielaborano le esperienze vissute,
- si ascoltano le proprie emozioni,
- si sviluppa il pensiero simbolico,
- si genera creatività spontanea,
- si attiva la consapevolezza corporea,
- si costruisce un contatto con il proprio mondo interiore.
I bambini che vivono costantemente immersi nel frastuono esterno faticano a riconoscere e regolare ciò che sentono dentro.
Cosa toglie la tecnologia, quando invade ogni momento?
- Il tempo “morto” che serve per pensare.
- La possibilità di annoiarsi e creare.
- La connessione con il corpo e il respiro.
- L’ascolto profondo, non solo delle parole, ma degli sguardi e dei silenzi.
- L’abitudine a stare con se stessi senza per forza distrarsi.
Non si tratta di demonizzare lo strumento, ma di ridare valore al non-fare, al non-riempire, al non-sapere subito.
Come possiamo restituire ai bambini uno spazio interiore?
1. Creare momenti quotidiani senza stimoli
Anche brevi: 5–10 minuti dopo cena, o al rientro da scuola.
Un tempo in cui non accade nulla, ma si può semplicemente stare, disegnare, guardare fuori, raccontarsi.
Il silenzio può anche essere condiviso.
2. Sperimentare la lentezza insieme
Fare qualcosa con calma: una passeggiata lenta, cucinare senza fretta, ascoltare un suono naturale, osservare una candela.
La lentezza educa alla presenza.
3. Introdurre piccoli riti interiori
- Un respiro profondo prima di dormire.
- Un “grazie” per qualcosa accaduto nella giornata.
- Un momento per raccontare un pensiero o un sogno.
Non serve chiamarla meditazione. Basta farne esperienza.
4. Ridurre lo “sfondo sonoro”
Evitare tv accesa in sottofondo, musica continua, notifiche che interrompono.
Anche il suono costante è una forma di saturazione.
5. Dare valore alla spiritualità, in qualsiasi forma
Che sia religiosa o laica, l’educazione al senso profondo delle cose – alla meraviglia, al mistero, al rispetto per la vita – ha bisogno di silenzio, ascolto e profondità.
Anche i bambini, più di quanto pensiamo, cercano risposte a domande invisibili.
Un’educazione che parte dal dentro
Educare non è solo fornire strumenti per stare nel mondo.
È anche nutrire lo spazio interiore da cui nasceranno le scelte, le emozioni, i legami, i sogni.
E questo spazio ha bisogno di tempo, vuoto, ascolto, silenzio.
Nel prossimo articolo ci soffermeremo su una dimensione molto concreta: la postura, il corpo e il benessere fisico nei bambini che passano troppo tempo davanti a uno schermo, e come intervenire in modo semplice e quotidiano per tutelare la salute del corpo che cresce.