“Mio figlio è intelligente, ma non riesce a concentrarsi.”
“Studia mezz’ora e poi vuole guardare un video.”
“Si distrae con niente. Fa i compiti in due ore quando ne basterebbe una.”
Sono frasi che sempre più insegnanti e genitori si ritrovano a dire. E spesso, dietro queste difficoltà scolastiche, si nasconde un nemico silenzioso ma presente ogni giorno: l’uso eccessivo della tecnologia.

Tablet, smartphone, videogiochi e streaming sembrano innocui. Ma il loro impatto sulla capacità di concentrazione, sull’elaborazione delle informazioni e sulla memoria può essere profondo.
Attenzione frammentata: il prezzo della stimolazione continua
I contenuti digitali sono costruiti per catturare l’attenzione e tenerla incollata, ma solo per brevi istanti.
Ogni video è breve, ogni stimolo è immediato. Il cervello, esposto a queste modalità di fruizione, si abitua a “saltare” da una cosa all’altra.
Il risultato?
- Difficoltà a mantenere l’attenzione su un testo scritto o una spiegazione lunga.
- Bisogno di interruzioni continue.
- Impatto negativo sulla capacità di seguire un ragionamento complesso.
La scuola, però, richiede l’opposto: concentrazione prolungata, ascolto attivo, riflessione. E il cervello non riesce ad adattarsi facilmente da un mondo digitale frenetico a un’aula tranquilla e lineare.
Memoria e apprendimento superficiale
La memoria di lavoro, essenziale per comprendere, collegare e memorizzare informazioni, è una delle prime funzioni cognitive a essere compromesse dall’uso eccessivo della tecnologia.
Perché?
- Il cervello è troppo stimolato e non ha tempo di “fermare” i contenuti.
- Le informazioni digitali sono consumate velocemente, senza elaborazione profonda.
- I bambini si abituano ad avere risposte immediate da Google o YouTube, ma faticano a costruirle da soli.
Il risultato è una forma di apprendimento fragile, che svanisce in fretta e che lascia una sensazione di confusione, soprattutto durante le verifiche o quando si tratta di spiegare ciò che si è studiato.
Multitasking e calo del rendimento
Molti ragazzi fanno i compiti con il telefono accanto, rispondendo ai messaggi, ascoltando musica o guardando video.
Ma il multitasking digitale è un’illusione: il cervello non fa davvero due cose insieme, ma passa da una all’altra, perdendo efficienza ogni volta.
Questo comporta:
- tempi di studio più lunghi,
- maggiore affaticamento mentale,
- minore comprensione dei contenuti,
- rendimento scolastico più basso.
Segnali che indicano una difficoltà legata alla tecnologia
Se sospetti che lo schermo stia interferendo con lo studio, fai attenzione a questi segnali:
- Difficoltà a iniziare i compiti senza distrazioni.
- Richieste continue di “pause digitali” anche dopo poco tempo di studio.
- Necessità di aiuto costante, anche su compiti semplici.
- Tendenza a dimenticare facilmente ciò che ha appena studiato.
- Calo del rendimento scolastico non spiegato da altri fattori.
Strategie per aiutare i bambini a ritrovare concentrazione e metodo
- Crea una zona “screen-free” per lo studio: senza smartphone, tablet o TV accesi nelle vicinanze.
- Stabilisci tempi di studio brevi ma intensi, alternati a pause attive (non digitali).
- Fai da guida all’inizio: insegna come pianificare, organizzare e suddividere il lavoro.
- Sfrutta strumenti cartacei: schemi, appunti a mano, lettura su libri veri.
- Premia l’impegno più che il risultato: l’autoefficacia nasce dal sentire di “potercela fare da solo”.
La mente ha bisogno di silenzio per capire davvero
L’apprendimento non ha bisogno di effetti speciali. Ha bisogno di tempo, attenzione e profondità.
Aiutare i bambini a disconnettersi mentre studiano significa restituire valore all’ascolto, alla riflessione, alla fatica utile. Perché una mente distratta può inseguire mille stimoli, ma una mente concentrata è capace di costruire il futuro.
Nel prossimo articolo parleremo di sviluppo motorio e postura e di come l’uso prolungato degli schermi stia trasformando anche il corpo in crescita dei bambini, spesso in modi invisibili ma profondi.