Tecnologia e relazione genitore-figlio: vicinanza o distanza?

Quando uno schermo si mette in mezzo e quando, invece, può diventare ponte

“Quando mi parla, io sto finendo una mail, e spesso gli rispondo senza guardarlo.”
“A volte gioco con lui al tablet… ma spesso ci perdiamo ognuno nel suo dispositivo.”
“Mi ha chiesto se preferivo il mio telefono a lui.”

I dispositivi digitali sono ormai parte della vita quotidiana, anche nella relazione tra genitori e figli.
Ma la presenza della tecnologia può rafforzare o indebolire il legame, a seconda di come, quando e perché viene usata.

Genitori, figli e tecnologia. Uso in famiglia di dispositivi elettronici
Credits: Freepik

Un bambino ha bisogno di connessione, prima ancora che di regole o contenuti.
E oggi più che mai, questa connessione rischia di essere interrotta – o mediata – da uno schermo.

Cosa accade quando la tecnologia diventa un terzo “invisibile” nella relazione?

1. Interferenza nella comunicazione

Un genitore distratto da notifiche o scroll infiniti è meno disponibile all’ascolto profondo.
Il bambino lo percepisce come lontano, disattento, “altrove”.

2. Modellamento inconsapevole

Se il genitore usa lo smartphone in modo compulsivo, il bambino interiorizza quel comportamento come normale o inevitabile.

3. Competizione affettiva

Il bambino può arrivare a sentirsi in competizione con il dispositivo, sviluppando insicurezza, rabbia o chiusura.

4. Sostituzione della relazione con l’intrattenimento

Spesso, per “gestire” un momento difficile, si offre uno schermo.
Ma così facendo, si perde un’occasione di incontro reale e di crescita emotiva.

E quando, invece, la tecnologia può unire?

1. Se è condivisa e mediata dall’adulto

Guardare un film insieme, giocare a un videogioco parlando, cercare informazioni per curiosità…
può diventare occasione di relazione e dialogo.

2. Se diventa strumento per parlare di emozioni e scelte

Discutere insieme di un contenuto visto, commentare un comportamento online, riflettere sulle conseguenze…
rende la tecnologia uno spunto educativo, non solo un passatempo.

3. Se lascia spazio anche al silenzio, all’ascolto, alla noia condivisa

Non è necessario fare sempre qualcosa.
Anche “non fare nulla insieme” rafforza il legame, se la presenza è vera.

Come proteggere la qualità della relazione?

1. Ritagliare momenti “senza schermo” quotidiani

  • A tavola
  • Prima di dormire
  • Durante le conversazioni importanti
    Sono spazi che vanno custoditi.

2. Osservare il proprio comportamento digitale

Chiedersi:

  • “Sto guardando il telefono mentre mio figlio mi parla?”
  • “Lo sto ascoltando davvero?”
    La consapevolezza è il primo passo per il cambiamento.

3. Essere presenti, anche per poco tempo, ma davvero

Non serve stare insieme tutto il giorno.
Bastano anche dieci minuti di ascolto pieno per nutrire la relazione.

4. Dare valore ai piccoli gesti

Uno sguardo, una carezza, una risposta attenta.
I bambini si nutrono di questi dettagli più di quanto immaginiamo.

Ogni sguardo in più è un legame che cresce

La tecnologia non deve essere un nemico.
Ma va riconosciuta per ciò che può diventare: un ostacolo, se inconsapevole. Un ponte, se accompagnata da relazione.
Perché un figlio non ricorderà il tempo che hai passato sul telefono.
Ma ricorderà perfettamente ogni volta che ti sei fermato a guardarlo, ad ascoltarlo, ad esserci.

Nel prossimo articolo parleremo proprio del corpo in relazione al mondo: perché uscire di casa, esplorare l’ambiente reale, muoversi e respirare aria aperta è uno dei più potenti antidoti all’eccesso di digitale.

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